Alla scoperta di alcuni tra i caffè letterari più charmant di Trieste, attraverso un itinerario che inizia proprio da uno dei più celebri al mondo, il Caffè degli Specchi.
Trieste è la città letteraria per eccellenza, famosa per i suoi caffè dove un tempo si incontravano a discuter d’arti Joyce, Rilke, Saba, Svevo. Un’usanza sociale che nasce da lontano, sin da quando Carlo VI d’Austria trasformò la città in porto franco nel ‘700 e l’importazione di caffè divenne una delle sue principali industrie.
Qui, il rito è d’obbligo: si sceglie un tavolino appartato, si apre il giornale preferito e si ordina un capo in B, ovvero il tradizionale caffè macchiato servito in un bicchierino di vetro.
Caffè degli Specchi
Fondato nel 1839, è l’unico rimasto dei quattro caffè di Piazza Unità d’Italia, un tempo chiamata Piazza Grande. Da allora è stato protagonista di tutti i capitoli più importanti della storia di Trieste, frequentato dagli irredentisti a fine ‘800 e divenuto quartier generale della Royal Navy nel secondo dopoguerra. Deve il suo nome al fatto che, sin dalla sua apertura, era usanza incidere gli accadimenti più importanti su specchi o lastre di vetro. Quando la meravigliosa piazza è baciata dal sole, i triestini non mancano di riservare un tavolo in prima fila e godersi il loro salotto con un buon capo in B e una pralina. Il Caffè degli Specchi è, infatti, oggi di proprietà della famiglia Faggiotto, rinomati cioccolatieri.
La Bomboniera
Vicino al Canal Grande, la Pasticceria La Bomboniera, anch’essa gestita dalla famiglia Faggiotto, è uno splendido esempio di Liberty viennese, aperta nel 1836 dalla famiglia Eppinger, emigrata dall’Ungheria. Il caffè conserva i suoi bellissimi mobili in legno e tutto gli arredi d’epoca ed è famoso perché, oltre ai dolci triestini, vengono serviti anche quelli della tradizione austro-ungarica, ancora oggi preparati in un originale forno a legna risalente ai primi dell’800. Sedetevi nel suo dehors, guardando la vita che scorre lenta e magari assaggiando le celebri Fave Triestine: bocconcini a base di mandorle, dolci tipici della zona di Trieste e Gorizia.
Antico Caffè San Marco
La sua storia inizia nel 1914, in un edificio delle Assicurazioni Generali, dove Marco Lovrinovich, originario di Parenzo, decide di aprire il suo primo locale. Al contrario degli altri qui citati, il San Marco ha consolidato la sua fama di caffè letterario proprio negli ultimi anni. Dal 2013, infatti, è gestito dall’imprenditore Alexandros Delithanassis, nato a Trieste da padre greco, già nel business di famiglia dell’editoria, che è riuscito a renderlo protagonista della vita artistica di Trieste, dando vita ad un concept unico in Italia che ha visto l’apertura, con gestione diretta al suo interno, di una libreria, di un ristorante e di una pasticceria. Uno dei più bei caffè al mondo e non solo di Trieste.
Caffè Sacher
Situato in Via Dante Alighieri, è il primo Caffè Sacher in Italia. Anche se ha aperto solo nel 2023, porta con sé tutto il fascino dello stile viennese e delle atmosfere mitteleuropee di fine ‘800. La sua nascita si deve all’imprenditore austriaco Dizzi Alfons che, trasferitosi a Trieste, ha cercato e fortemente voluto un accordo con la famiglia Winkler and Gϋrtner dell’Hotel Sacher di Vienna per poterlo aprire in franchising. Qui tra divanetti in velluto rosso, marmi e personale in livrea, è d’obbligo assaggiare una Sacher Torte, creata nel 1832 dall’apprendista pasticciere Franz Sacher per il Principe Klemens von Metternich.
Berlam Coffee Tea & Cocktail
Il DoubleTree by Hilton Trieste di Piazza della Repubblica nasconde un tesoro: il magnifico caffé letterario situato nel salone al primo piano un tempo dedicato alle riunioni direzionali della RAS. Anche se apre dalle 17, e quindi più ottimale per un tè o un aperitivo, vale davvero una visita. Il palazzo che lo ospita fu, infatti, costruito tra il 1911 ed il 1913 come sede della Riunione Adriatica di Sicurtà, compagnia assicurativa fondata nel 1838 di cui doveva testimoniarne la “potenza”, divenendo così uno degli ultimi edifici in Italia costruiti senza limiti di spesa, grandezza, visione. Il nome del caffè si deve ai suoi architetti Ruggero e Arduino Berlam, padre e figlio, quest’ultimo autore anche del celebre Faro della Vittoria di Trieste. Qui si celebra il rito de tè all’inglese servito con le migliori miscele e una selezione di mignon dolci e salati.
Il segreto
Pare che l’invenzione delle miscele di caffè si debba proprio a tostatori triestini agli inizi dell’Ottocento.