Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (UD)
Grazie ad un imponente riallestimento completato nel 2021, il Museo, parte di un più ampio sito archeologico sotto tutela UNESCO dal 1998, racconta il periodo di massimo splendore dell'Impero Romano attraverso gli incredibili tesori rinvenuti ad Aquileia, una delle sue città più importanti.
Fondata nel 181 a.C. sulle rive del fiume Natissa, all’epoca navigabile, a pochi chilometri dal mare, la città che vediamo oggi emergere dagli scavi fu uno dei porti più potenti del Mediterraneo, quarta per importanza della penisola italica sotto l’Impero Romano, dopo Roma, Milano e Capua.
Basti pensare che, all’apice della sua forza intorno al 27 a.C. / 14 d.C., Aquileia raggiunse una popolazione di circa 200.000 abitanti, una vera e propria metropoli dove vissero e soggiornarono alcuni tra i maggiori protagonisti della storia romana come Giulio Cesare, il suo successore Ottaviano Augusto, ma anche Marco Aurelio e Lucio Vero.
Già da molto tempo Aquileia essendo una città importantissima, aveva una popolazione assai numerosa: trovandosi vicino al mare fungeva da mercato per l’Italia; inoltre era a contatto con i territori illirici.
(Erodiano, storico III sec. d. C.)
I reperti che ammiriamo oggi all’interno del grande parco archeologico di Aquileia, ed in particolare del suo Museo Archeologico Nazionale, rappresentano, infatti, l’epoca d’oro dell’Impero Romano, offrendoci così l’occasione unica di ammirarne la sua massima espressione architettonica ed artistica.
Passato il lungo porticato d’ingresso ingentilito da un glicine e magnolie centenari, appena varcata la soglia del Museo, ci accoglie la stupenda sala centrale con quattro imponenti statue classiche, raffiguranti l’imperatore Augusto, la sorella Antonia Minore ed il figlio Claudio, e, centralmente, il meraviglioso nudo eroico di un ufficiale di marina, probabilmente proveniente dal suo mausoleo. Il piano terra del Museo è, infatti, dedicato alla scultura monumentale e alle necropoli ritrovate a Aquileia, tra cui spiccano vari capolavori come un’urna funeraria in alabastro egiziano e la galleria dei ritratti.
I pavimenti ebbero origine presso i Greci e furono abbelliti con un’arte analoga alla pittura fintanto che i mosaici non la sostituirono.
(Plinio il Vecchio, scrittore I sec. d.C.)
Il primo piano è, invece, dedicato alla Domus, in particolare le case degli aquileiesi più abbienti, dove sono esposti alcuni tra i più begli esempi di pavimenti in mosaico del mondo occidentale – tra i capolavori soggetti originali come i tralci di vite legati con un fiocco e la figura femminile seduta su un toro – oltre che vari suppellettili e ornamenti da banchetto come oggetti in vetro e di ceramica in vernice nera.
Al secondo piano, il Museo espone la più ampia collezione al mondo di manufatti antichi in ambra, gran porta fortuna e status symbol in epoca romana, gemme, con oltre 6.000 reperti, e oggetti di uso quotidiano come specchi, porta profumo, accessori per capelli.
Meraviglioso il coloratissimo allestimento di gioielli composti da pietre dure lavorate con immagini a incavo (intagli) e in rilievo (camei), spesso usati come sigillo, e la collezione di anelli in ambra rossa.
Una volta lasciato il Museo, ci aspettano altre due meraviglie parte del più ampio parco archeologico dell’antica metropoli. Si tratta della celebre Basilica Patriarcale, a circa 300 metri dal Museo, dove si possono ammirare, stratificati, oltre 2000 anni di storia a partire dal primo nucleo costruito nel VI secolo per volere del Vescovo Teodoro.
E’ a questo periodo che appartiene lo straordinario pavimento musivo della Basilica, il più grande mosaico del mondo occidentale con oltre 750 mq decorati con scene dell’antico testamento. Da qui, l’itinerario museale continua lungo un affascinante percorso che vi guiderà attraverso gli antichi battisteri del complesso ed altre meraviglie.
Proprio di fronte alla Basilica, potete fermarvi per una pausa dolce alla Pasticceria Mosaico, in particolare per assaggiare la sua celebre cioccolata.
A circa 1 km di distanza, troviamo l’ultima tappa di questo straordinario viaggio nella Aquileia antica: le rovine del Foro Romano, risalente al II sec. d.C., dove si possono ancora ammirare parte del colonnato e i pavimenti del tribunale romano e della piazza.
Dall’imponente altezza delle colonne si può forse solo lontanamente intuire come doveva apparire Aquileia un tempo. Grazie alla ricostruzione virtuale in 3D, oggi la si può vedere in tutto il suo splendore con i suoi meravigliosi monumenti come il gigantesco anfiteatro, simile a quelli di Verona e Pola, e il suo porto fluviale.
Al termine della visita, forse quello che più ci colpisce è la raffinata avanguardia artistica raggiunta da Aquileia oltre 2.000 anni fa che ci porta a riflettere sui cicli della storia e le ragioni che si celano dietro ad ascese e declini. E se la fine di Aquileia pare sopraggiunse nel 452 d.C. in seguito alla conquista da parte di Attila, il suo lento oblio va ricondotto allo spostamento degli interessi commerciali e alla nascita, poco più in là, di quella che sarà la Serenissima Repubblica di Venezia.
Il segreto
Si dice che alcuni abitanti di Aquileia, prima della fuga dalla città in seguito all’arrivo di Attila, fecero scavare ai loro schiavi un pozzo per nascondervi gli oggetti di valore. Una leggenda talmente popolare che, fino alla prima guerra mondiale, i contratti di cessione dei terreni includevano la clausola “Ti vendo il campo, ma non il pozzo d’oro” in modo che il proprietario originario potesse tenersi l’eventuale tesoro ritrovato.
Info utili
Fondazione Aquileia
Via Giulia Augusta 2a
33051 Aquileia, Udine
Tel. +39 0431 917619